In linea generale io mi sento in colpa. Mi sento in colpa quando perdo tempo, mi sento in colpa quando penso di non essere abbastanza, mi sento in colpa perché vorrei fare di più per tutto e tutti e non riesco ma soprattutto mi sento in colpa perché non so cosa fare della mia vita.

Quando ero bambina, come tutti i bambini, avevo le cose ben chiare: io volevo diventare una pediatra perché volevo salvare i bambini di tutto il mondo e fare in modo che nessuno soffrisse più. Crescendo però mi sono persa e non so quale scopo debba avere la mia vita, mi è successo di perdere il piacere di vivere, di perdere lo slancio vitale e mi è capitato spesso, troppo spesso di sentirmi sprofondare perché in fondo non credo di meritarmi tutto quello che ho.
Vedete nel mondo ci sono persone, bambini che soffrono di sofferenze reali, sofferenze ben più significative delle mie, ci sono persone la cui preoccupazione primaria è quella di trovare da mangiare, persone la cui speranza più grande è quella di tornare vivi a casa, perciò io mi chiedo che scuse ho io per sentirmi persa o vuota? Be’ nessuna, non ho nessuna giustificazione e questa consapevolezza mi distrugge ogni volta.
A volte mi capita di pensare che siamo stati troppo fortunati, sì abbiamo avuto tutto, non dobbiamo conquistare nulla, ci è già stato tutto offerto su un piatto d’argento, che scopo dovrebbe quindi avere la nostra vita? E’ una situazione comica: non ci resta che la noia, il tedio della vita mentre gli altri combattono per i loro diritti, per la propria vita, per un’istruzione adeguata.
D’altra parte però penso che se sono qui è perché in fondo qualcuno lassù ha deciso che doveva andare così e allora mi rassereno perché forse uno scopo non c’è, forse quello che importa è questa parte confusa della mia vita con cui dovrò fare amicizia e finalmente sentirmi in pace con il mondo ma soprattutto con me stessa.